Odiami dunque adesso,se lo vuoi,ora che il mondo a contrastarmi seguita,piegami giù,fa` lega con la sorte,
on affacciarti per estrema perdita.Oh no,se scampa a queste strette il cuore
on dar rinforzi a un`angoscia in disfatta,
on dare a un vento buio alba di pioggiaa tardare,già certa,la catastrofe.Se vuoi lasciarmi non lasciarmi all`ultimo,di già sfiancato da futili pene,ma assalta primo,perchè prima io gustidi possente Fortuna il più e il peggio.E ogni altra angoscia che ora par mortale,di fronte al perder te,non parrà uguale.
Addio! Troppo sei caro perchè io i possieda, e sai bene quanto vali:l`elenco dei tuoi pregi ti fa liberoe son tutti scaduti i miei legami.Se non perchè vuoi tu, come t`avrei?E qual merito è il mio per tal tesoro?In me non c`è motivo al dono belloe così il privilegio mi ritogli.Ti concedesti il valor tuo ignorandoo equivocando in me, cui l`arrendevi:così il gran dono, crescente in isbaglio,con più maturo giudizio riprendi.Ho avuto te come il sogno ci illude:un re nel sonno – e al risveglio,più nulla.
Contemplando dal tempo sfiguratii tesori d`età sfatte e sepolte, alora,e torri superbe prostrateo il bronzo schiavo a mortali furori;vedendo entrare l`oceano affamatosaccheggiando i reami della riva,e volta a volta la terra sull`acque rionfar mutando signorie e sconfitte;così scambiarsi le sorti vedendodi questo mondo,o in tutto ruinare,a meditare ho imparato che il tempoverrà e il mio amore rapirà lontano.E morte è un tal pensiero,senza scelta,che piange avendo quel che perder teme.
Non chiedo e non mi curo di sapere se il tuo cuore ?
colpevole: chiunque tu sia, so che ti amo.
Se pensier fosse la mia carne stancal`empia distanza non m`arresterebbe,saprei arrivare, gli spazi annientando,dai limiti del mondo fino a te.Invano allor calpesterei le landepiù remote dal luogo che ti serra:mari e terre il pensier rapido varcae, dov`esser vorrebbe,e pensa ed è.Pensar m`uccide che pensier non sonoper balzarti in un lampo,se mi manchi;ma d`acqua e terra son fatto,e con dogliadeva aspettare quel che al tempo piace:e sì tardi elementi non mi dannoche il pegno loro,lacrime pesanti.
Potrei forse cantarti senza orgoglioquando sei tu di me la miglior parte?Se mi lodo,qual pregio ne otterrò?E il vantarti che è,se non vantarmi?E dunque separiamoci,nè il caro
ostro amore sia più singola cosa:poi che divisi vivremo,donare i potrò quel che a te si addice solo.Oh assenza,come avresti orrido voltose la tua inerzia acerba non lasciasse empo soave a pensieri d`amore,che il tempo e ipensier soave inganna; u m`apprendi a far due d`uno soltanto,lodando qui chi m`è tanto lontano.
Stremato vado affrettandomi al letto,
iposo caro al viaggio travaglioso,ma un altro corso mi comincia in testa,spossa la mente,or che le membra posano.I pensieri dalla remota stanza endono pellegrini verso te,le palpebre malchiuse mi spalancanosu quel buio,ove ficca gli occhi il cieco.Se non che l`anima immagina e vedee ai ciechi sguardi la tua porge,quale gioiello in notte orrida pendee,vecchia e nera,la fa bella e giovane.Così la mente a notte,il dì le membraper te,per me,non san trovare quiete.
Ti dirò uguale a un giorno d`estate?Più temperanza tu hai,più dolcezza:i molli bocci sferza il vento al maggioe l`estate ha scadenze troppo brevi.Talor l`occhio del cielo a dismisuraarde,e si vela il dorato sembiante,e per sorte o mutevole naturapur inclina ogni cosa bella e cade.Ma la tua estate eterna non scolorae non si priverà di tua bellezza,
on ha vinto su te la morte,l`ombra,quando al tempo tu cresci in linee eterne.Finchè l`uomo avrà occhi,avrà respiro,vive la mia parola, e in lei sei vivo.
Oh non dir mai che falso fu il mio cuore,se l`assenza stemprarmi il fuoco parveda me stesso potrei piuttosto sciogliermiche dall`anima mia,che in te ripara:lì è l`amoroso mio nido e,se errai,come il viaggiante lì faccio ritorno,a tempo,ma dal tempo non mutatol`acqua recando che mia colpa tolga.Mai non pensar,se pur d`ogni più fragile
atura i vizi in me tenesser regno,che un tale assurdo potrebbe macchiarmi:cambiar col nulla il più colmo dei beni;chè nulla l`universo vasto io numerose non ci sei,nia rosa,tu,il mio tutto.
Come il cibo alla vita sei per me,come alla terra acquazzoni di maggio,e per tuo amore così mi tormentocome per l`oro suo pena l`avaroche del possesso ora esulta,ma già eme che i suoi tesori involi l tempo:e ora bramo di starti unico accantoora che il mondo ammiri il mio piacere,sazio talor soltanto del vederti,poi subito affamato di uno sguardo;e non v`è gioia ch`io tenga o insegua,se da te non l`attendo o non m`avanza.Così divoro e languo ognor,vorace utto afferrando o morendo di fame.
Mentono i versi che una volta ho scritto,dissi:<
Chi la nascita e chi la maestriavanta, chi le ricchezze o il vigore,chi vesti conce all`ultimo grido,racchi e falconi,o i cavalli ancora.Nel suo piacere ogni umor si compiaceove un diletto trovi oltre ogni bene,ma niun di questi al mio può misurarsi,chè li supero in un bene supremo.Più è l`amor tuo per me che un`alta nascita,più che ricchezze ricco o pregiatissimevesti,è più gioia che falchi o cavalli:ho te,e l`orgoglio d`ogni uomo vinco.Ma una sventura c`è:tutto puoi togliermie farmi il più sventurato degli uomini
Quando ti disporrai a ignorarmil`occhio sprezzante volgendo ai miei meritiavverso a me combatterò al tuo fianco:spergiuro sei,ti proverò valente.Assai conosco la mia debolezzae a difenderti inventerò una storiadi colpe che mi macchiano in segretosì che ti venga,a perder me,gran gloria.Ma così fra chi vince anch`io sarò,chè i pensieri amorosi in te riparo, utti,e se i torti che in me stesso volgo i dan vantaggio,a me doppio lo danno.Tale è il mio amore,così t`appartengoche per darti valor m`addosso il peggio.
Sono il tuo schiavo, a che mai dovrei attenderese non ai tempi del tuo desiderio?Tempo prezioso altro non ho da spendere
è servigi, finchè tu non li chiedi.Non oso accusar l`ora senza termine -mio signore – se scruto sul quadranteattendendoti, o il crudo dell`assenzapoi che al tuo servo l`addio pronunciasti.Non oso chieder col pensier gelosodove esser puoi, che fai, immaginare:come uno schiavo triste penso soloquanta gioia dai ora a chi t`è accanto.Sì folle è amore, che nella tua voglia -fa` ciò che vuoi – nulla di male coglie.
Fra l`occhio e il cuore s`è stretta alleanzaadesso, e l`un rende l`altro servigi,quando l`occhio mi ha fame di uno sguardoo sfanno il cuor gli amorosi sospiri:del mio amore fa festa con l`immaginel`occhio, e il cuor chiama al dipinto banchetto;all`occhio ospite è il cuore in altri casie i pensieri d`amor con lui parteggia.Così, in immagine o nell`amor mio,lontano, sei con me presente sempre:Dei pensieri più in là non puoi fuggiree sempre io son con loro e lor con te,o, se dormono, l`immagine apparee il cuor risveglia,e il cuore e l`occhio affascinWilliam Shakespeare£Il ricco io sono,cui beata chiavecondurre può al suo dolce tesoro;ma d`aprirlo sovente egli si guarda,chè piacere sottil raro si sfiora.Così sacre e solenni son le festeche rare stellano il giro dell`anno,quasi pietre discoste in un diademao le gemme che raggiano più alte.Per me lo scrigno è il tempo che ti chiude,guardaroba che ricca veste celia far più lieta un`ora non comunedisserrando i suoi fasti prigionieri.Tanto vali,che sempre puoi donare:se vieni, gioia; speranza, se manchi.
Occhio e cuore hanno in me guerra mortalechè la tua vista vogliono spartirsi:al cuore l`occhio sbarrare l`immaginevorrebbe,il cuor nega all`occhio i diritti.Afferma il cuore che dimori in lui -scrigno ove d`occhi il cristallo non penetra -ma un tale asserto l`avversario esclude:<
Potrà mancar soggetto alla mia Musafinchè respiri tu, che infondi al versoil tuo dolce argomento, troppo in superchè a carte volgari si conceda?A te dà grazie, se alcunchè di mio i sta di fronte degno che si legga:e chi su te mai non saprebbe scriverese l`invenzione illumini tu stesso?Sii la decima Musa,più sublimedi quelle antiche nove oggi invocate,e in chi s`ispira a te nascano ritmieterni,a vivere in tempi lontani.Se quest`età ipercritica m`approvamia è la fatica, solo tua la lode.
Per quel che hai fatto non piangere più:spini han le rose e il puro fonte fango,macchiano nubi e eclissi e sole e lunae il verme vive nel bocio più caro.Erra ogni uomo,e io son pur da tantose ti levo la colpa con raffrontiinfettandomi pur di risanarti,dando scuse oltre il giusto alle tue onte;al tuo sensuale fallo un senso recoe t`è avvocato la tua parte avversa,è contro me che a difendere imprendoe dentro l`odio e l`amor mio guerreggianosì che per forza complice divengodel dolce ladro che aspro mi saccheggia.
Perchè un giorno radioso m`hai promessosì che senza mantello mi partii,e ti sei chiuso nel fumo di nembisordidi che m`han sorpreso per via?Non basta ora che tu la nube rompaa rasciugarmi in faccia la tempesta:chi loderà il rimedio che coprela piaga e il guasto al fondo non arresta?Se ti vergogni il male non mi sani,sei pentito,ma sempre e ancora io perdo:di chi offese l`angustia a pena valeil duro danno che resta all`offeso.Ma son perle d`amore le tue lacrime,e sontuose,e ammontano il riscatto.
Chi è nel favore delle stelle,vantipubblici onori e titoli orgogliosi -io,cui nega Fortuna un tale ammanto,godo non visto di quel che più onoro.Dei grandi i favoriti apron le fogliequale calendula al sole si schiude,ma il loro orgoglio è in loro già sepolto:un corruccio – e nel colmo son perduti.Il guerrier faticoso,in armi celebre,dopo vittorie a mille a un primo smaccodal libro dell`onore si scancellae quel s`oblia per cui tanto ha penato.Felice me che riamato amodove nè io nè altri può staccarmi.Quando genti e fortuna mi rinneganoio,solitario,compiango il mio esilioe invano grido al cielo indifferentee guardo me e al destino maledico.Mi vorrei come questi,di speranzepiù ricco,o quegli.corteggiato e bello;il poter di costui,d`altri le artiinvidio e ogni mia gloria più didegno;ma quando quasi a spregiarmi nell`intimoson giunto,ecco,ti penso:e come rompeall`alba in volo l`allodola,l`innodal cupo della terra i cieli intocca.Che se l`amore tuo dolce ricordo
eppure con un re muterei sorte.
La tua vecchia verginità è come una delle nostre vizze pere francesi: è brutta, è secca al gusto.
Sei tu la parte migliore di me stesso, il limpido specchio dei miei occhi, il profondo del cuore, il nutrimento, la fortuna, l’oggetto di ogni mia speranza, il solo cielo della mia terra, il paradiso cui aspiro.
Vorrei che non esistesse quell`età tra i sedici anni e i ventitré o che la gioventù dormisse per tutto quell`intervallo; perché non c`è nient`altro in mezzo se non ingravidar le ragazze, offendere gli anziani, rubare ed azzuffarsi.
Sì, tutte le nostre gioie sono vane, ma ancor più vane sono quelle che, comprate col dolore, ereditano il dolore.
Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l’altro si allontana…
Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai…
Amore non muta in poche poco tempo ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio…
Se hai bellezza e nient`altro, hai più o meno la miglior cosa iLa bellezza da sola persuade / Gli occhi degli uomini senza aver bisogno d`avvocati.
Oh! guardati, mio signore, dalla gelosia: è il mostro dagli occhi verdi che schernisce la carne di cui si nutre.
La bellezza da sola persuade / Gli occhi degli uomini senza aver bisogno d`avvocati.
Una goccia del tuo profumo basta a riempire la mia stanza… un pò del tuo amore basta a colmare la mia vita.
Datemi l`uomo che non è schiavo delle passioni e lo porterò nel nucleo, sì, nel più profondo del mio cuore, come faccio con te.
L’amore corre verso amore, con la gioia con cui gli scolari lasciano
i loro libri, ma al contrario amore lascia amore con quella mestizia
nel volto con la quale gli scolari vanno alla scuola
Il cuore è la fragile sede delle emozioni come la mente è l’incontenibile sede dell’animo.
L’amore è un fumo che nasce dalla nebbia dei sospiri; se purificato, è un fuoco, che guizza negli occhi degli amanti, se agitato, è un mare che si nutre delle loro lacrime.
Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l’altro s’allontana. Oh no! Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai; Amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio; se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.
Amore non è amore se muta quando scopre un mutamento o tende a svanire quando l`altro s`allontana. Oh no! Amore è un faro sempre fisso che sovrasta la tempesta e non vacilla mai ;Amore non muta in poche ore o settimane, ma impavido resiste al giorno estremo del giudizio; se questo è errore e mi sarà provato, io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato.
Ma tu chi sei che avanzando nel buio della notte inciampi nei miei piu’ segreti pensieri?
Se non ricordi che Amore t’abbia mai fatto commettere la più piccola follia, allora non hai amato.
Puoi depormi dalle mie glorie e dal mio stato, ma non dai miei dolori: di quelli io sono ancora il re.
Buona notte, buona notte! Separarsi è un sì dolce dolore, che dirò buona notte finché non sarà mattina.
Quando arrivano i dispiaceri, non arrivano come singole spie, ma in battaglioni.
La ricchezza del mio cuore è infinita come il mare, così profondo il mio amore:
più te ne do, più ne ho, perché entrambi sono infiniti
Come, per fare gli appetiti aguzzi,s`urge il palato con salse che rodonoo, pria che un male si svegli, con purgheci ammaliamo ad allontanare i morbi,colmo di tue dolcezze insaziabilimi condii il cibo con agre miscele;il benessere infiacca, e quasi amaipatire prima d`esserne costretto.Così d`amor l`astuzia anticipandomali non nati, crebbe a errore certo,un`eccedente salure stremandocol dar malanno in cura al troppo bene.Ma di lì appresi la lezione e seppi:chi è malato di te, cerca veleni.
Da quando ti ho lasciato il mio occhio è nella menE l`occhio che mi guida mentre vado in giroAbbandona il suo ruolo: è in parte cieco,Sembra vedere, ma in realtà è assente:Al cuore non trasmette più nessuna formaD`uccello, di fiore… nessuna forma che il cuore L`occhio afferra ma non spartisce con la mente,Né trattiene in sé l`immagine che ottiene;Che veda la più brutta o più gentil visione,Il viso più dolce o quello più deforme,Il monte o il mare, la notte o il giorno,Il corvo o la colomba…a tutti dà i tuoi tratti.Incapace di contenere altro, colma di Te,La mia mente più vera rende falso ciò che vedo.